Edoardo Bennato il rinnegato?
Il rapporto di Edoardo Bennato con la politica è sempre stato conflittuale a partire dagli esordi, negli anni ’70, con la sinistra e i movimenti extraparlamentari. Col tempo Edoardo ha maturato l’idea di dover comunicare, sempre e solo, attraverso le canzoni, perché gli unici militanti a cui vuole parlare sono quelli del rock. Ed io gli ho sempre detto che anche quest’ultimi avevano delle idee politiche, che qualsiasi cosa si dica o si faccia in questo mondo va a posizionarsi o a destra o a sinistra. Stessa critica che ho sempre rivolto a chi crede, che la sinistra e la destra non esistano più. Ma pur non condividendo il suo modo di fare politica, fuori dalle canzoni, e il fatto di aver accettato un selfie dal ministro degli interni, trovo assurdo e pericoloso questo linciaggio mediatico nei confronti di uno dei più grandi artisti italiani. Salvini dopo aver assistito al concerto all’Auditorium Parco della musica di Roma è andato dietro le quinte a complimentarsi con Edoardo chiedendogli una foto. Ma chi ha visto il concerto sa bene che durante il live, quando Edo canta “Pronti a salpare”, dietro di lui scorrono le immagini dei profughi e della loro sofferenza, parole e immagini inequivocabili, che fanno capire esattamente il Maestro da che parte sta. Senza parlare della serie di quadri che ha dedicato agli ambulanti di colore che lavorano sulle spiagge italiane, dicendo sempre che c’era molta più dignità nei vucumprà, che nei bagnanti. Edoardo non ha certo bisogno della mia difesa, dico solo che prima di attaccare in modo così violento un artista del calibro di Bennato bisognerebbe conoscerlo davvero, comprare i dischi e seguirlo live.